Il potere delle relazioni. Il networking come competenza di vita per il successo e il benessere

Il potere delle relazioni. Il networking come competenza di vita per il successo e il benessere

Sabina Vaccari 22 Maggio 2025 passaparola
3 min

Il “networking” attraversa il mondo universitario e (finalmente) viene proposto e raccontato come competenza: competenza professionale e, soprattutto, competenza di vita.

È la convinzione di Marco Vigini, networker, consulente e docente universitario, che posso solo accogliere e confermare perché parla della mia esperienza ventennale in BNI. 

Anche lui, come molti, entra nel mondo del networking “ad una certa età”, scoprendo casualmente la forza delle relazioni, partecipando a un corso di formazione: è come un colpo di fulmine, una presa di consapevolezza, che porta a riconoscere la rete delle relazioni nella quale siamo immersi da sempre. E che potremmo attivare per ricevere e dare, dare e ricevere. 

Che cos’è la nostra rete di relazioni? È il nostro patrimonio, che richiamando lo schema del libro di Marco Vigini, potrei semplificare in:

  1. legami forti: relazioni durature, caratterizzate da continuità e reciprocità; sono relazioni frequenti che condividono obiettivi, attività e valori;
  2. legami deboli o occasionali: hanno un investimento emotivo più debole rispetto ai legami forti; non li possiamo trascurare perché, anche se occasionali, superano numericamente i legami forti;
  3. legami dormienti; le persone che abbiamo incontrato nella nostra vita professionale, con le quali non abbiamo più contatti; eppure, secondo una ricerca si attivano più volentieri rispetto ai contatti forti quando li chiamiamo in causa per aiutarci (“Dormant Ties: the value of reconnecting”, in Organization Science, 2011)

Il libro mette ordine tra i concetti del networking e parla anche di esperienze reali, in corso presso l’Università Cattolica di Milano, il Polimi, le palestre relazionali, i nuovi modelli di formazione per la scuola … tra i capitoli del libro che riporta testimonianze di professionisti, ritrovo parole che pronuncio e ascolto ogni settimana nel corso della mia attività di networker; una fra tutte: “Devo farti conoscere una persona che lavora qui da noi e con cui, secondo me, hai un mucchio di cose in comune”. E poi …

Ecco, il networking come attivatore di risorse, opportunità e business. In che modo? Rimando qui al capitolo “Give and take (p. 70) del libro, che riporta il titolo del libro di Adam Grant, Give and take, New York 2013; il capitolo presenta le tipologie principali di dare e ricevere nel corso della nostra attività professionale che, in base al “dosaggio” (potremmo dire) ,condizionano in modo più o meno positivo il risultato delle nostra attività.

Giver

Sono le persone con una propensione ad aiutare gli altri, senza aspettarsi di ricevere qualcosa in cambio. Danno, con l’obiettivo e la consapevolezza di migliorare la vita degli altri. Risolvono problemi, offrono consigli, mettono a disposizione risorse.

Matcher

In una relazione, cercano il punto di equilibrio tra dare e ricevere. Se offrono qualcosa si aspettano di ricevere in cambio qualcosa di altrettanto vantaggioso per loro. Coltivano le relazioni in base ai risultati.

Taker

Le persone che cercano un tornaconto dalle relazioni, un vantaggio concreto per loro. A volte, usano le persone per ottenere qualcosa. Tendenzialmente, coltivano una relazione solo se è vantaggiosa per  loro.

Ebbene, i giver sono quelli che ottengono i migliori risultati, nel corso del tempo; mentre i taker e i matcher ottengono risultati inferiori. 

Ai lettori di Seminiamo Contatti e a tutti gli amici del mondo BNI questa tripartizione ricorda senz’altro un modello: il Givers Gain messo in  pratica con metodo.

E i social?

Beh, non possiamo fare sui social quello che non facciamo nella vita reale. Questa regola è fondamentale per usare in modo coerente i social. LinkedIn, in particolare, è un attivatore di legami dormienti e una “piazza di valore”.

Inoltre, il vantaggio dei social, consiste nel fatto che tengono traccia delle informazioni; sono un archivio parlante e fanno cose che il nostro cervello non è in grado di fare, cioè trattenere, organizzare e rendere disponibili enormi quantità di informazioni.

Perché i social? Perché diffondono informazioni attraverso l’effetto del passaparola. 

Per usare le parole dell’amica Eby (Elena Toffoloni): Givers Gain e comunicazione social

Raccontate le vostre storie. Parlate della vostra passione. Da dove avete iniziato, perché, come vi siete trovati a lavorare in quel settore, quali difficoltà avete dovuto affrontare e come le avete superate. Raccontate tutto con il cuore e metteteci del vostro in tutto quello che comunicate. È questo che vi rende unici rispetto agli altri!

Autore

Marco Vigini, founder di BNet2Connect, consulente di networking per SDA Bocconi, PoliMiGsom e Università Cattolica di Milano.

Tutti abbiamo un tesoro enorme ma spesso dimenticato: le nostre relazioni. Perché la vera essenza del nostro percorso si realizza quando generiamo valore per gli altri e con gli altri.

Nelle relazioni c’è spazio per tutti.


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