Fare business nella zona crepuscolare

Fare business nella zona crepuscolare

Sabina Vaccari 14 Novembre 2023 training
3 min

A volte le attività professionali sono inquinate da persone che mostrano un atteggiamento ostile e non collaborativo: questa è una zona oscura, da evitare. 

Quando il tempo me lo consente, ascolto volentieri  il Podcast di Ivan Misner e mi ha incuriosita il titolo “Business in the twilight zone” (episodio nr. 827).

In breve, è un evento della vita professionale di Ivan Misner che, con ogni probabilità, abbiamo vissuto in prima persona e che ha segnato il corso della sua attività professionale. Vediamo nel dettaglio le parole di Ivan Misner, che traduco liberamente: 

Era molto prima di BNI. Lavoravo come direttore generale di un impianto di produzione a Los Angeles. E ho avuto la sfortuna di lavorare insieme al peggiore team di persone che abbia mai incontrato. Era guidato da uno dei comproprietari, che si chiamava Sally. La sua idea di gestione aziendale era gridare contro chiunque non facesse ciò che gli veniva detto di fare e farlo immediatamente.

Ogni giorno avevo paura di andare a lavorare. E, dopo tre mesi, è accaduta l’esperienza più surreale di tutta la mia carriera di manager. Ero ad una riunione con alcuni dei dipendenti del reparto produzione insieme alla sig.ra Sally, quando ha urlato contro una dipendente e poi l’ha cacciata fuori dall’ufficio. In quel momento, uno dei dipendenti, che si trovava ancora nella stanza, ha guardato Sally e le ha detto: “È una cosa buona che tu l’abbia fatto, Sally. È davvero una cosa buona che tu l’abbia fatto”.

Potete immaginare la reazione di stupore di fronte all’accaduto. Ora, qual è il punto? Il punto è che la permanenza di situazioni “tossiche” è dannosa per le persone, ovviamente, ma anche per il business. Le persone, a volte, e per ragioni che non riusciamo a vedere, accettano di lavorare in un ambiente ostile, crepuscolare, fino a diventarne complici.

Non dico sia semplice uscirne o adottare strategie di cambiamento, ma è importante vedere un’opportunità: ogni porta che si chiude offre l’opportunità di aprirne una nuova. Ed è quello che è accaduto a Ivan Misner: il giorno successivo, si rivolge a un conoscente che gestiva un’azienda informatica per avviare una consulenza a tempo pieno e da quell’esperienza positiva, nascerà poi l’idea alla base di BNI.

Può sembrare paradossale ma, un’esperienza negativa può diventare una chiave di lettura positiva, per avviare un nuovo corso. 

Non ho mai rimpianto di aver lasciato quell’azienda. È stata quell’esperienza che mi ha spinto a iniziare un’attività di consulenza a tempo pieno, la migliore decisione che abbia mai preso. Non ho mai guardato indietro. Quindi, in un modo certamente paradossale, sono grato a quella persona, che era una pessima manager, ma mi ha insegnato una lezione: quando una porta si chiude, un’altra si apre. Spesso lo dimentichiamo. Guardiamo solo la porta che è chiusa. E non cerchiamo opportunità che possono trovarsi dall’altra parte. È stata davvero una lezione precoce su chi voglio nella mia vita.

Questo racconto di Ivan Misner mi ha ricordato il suo libro: “Chi c’è nella tua stanza?” nel mio post spiego che il libro è provocatorio, e lo possiamo considerare come una lezione sugli ambienti tossici. 

La mia raccomandazione è di non accettare ambienti tossici, perché ti consumano e ti portano a odiare il lavoro che stai facendo. Il consiglio riguarda anche i clienti: non accettare clienti tossici.Quante volte ho sentito dire: “Avevo questo cliente tossico, l’ho tenuto perché pensavo di aver bisogno dei soldi. Ma quando l’ho lasciato andare, ho scoperto che riuscivo a gestire meglio gli altri clienti. Avrei dovuto lasciarlo andare prima.”

E quando le persone “tossiche” appartengono alla tua rete?

Qualsiasi persona tossica nella tua rete, deve essere allontanata; in modo cortese, corretto, ma fermo. Quando possiamo parlare di un ambiente tossico? 

Quando una persona non collabora in modo attivo e trasparente, perché non riesce a essere puntuale, perché non si mostra riconoscente verso chi lo aiuta o consiglia, perché non ha pagato una prestazione che ha ricevuto … in particolare, il rispetto del codice di comportamento è un fattore decisivo.

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