C’è un metodo anche nella creatività, come nell’innovazione. Lo scarto dalla norma molto spesso fa la differenza, perché a quella norma si appoggia.
Metti che uno decida di svegliarsi un giorno alla settimana presto, molto presto, nei mesi invernali sicuramente prima dell’alba; metti che si alzi, si prepari ed esca che è ancora buio e tutto questo per incontrare un gruppo di persone, donne e uomini di varia estrazione, cultura, interessi; tutti professionisti che lavorano tutti in ambiti assai lontani e diversi, facendo una seconda colazione tra le 7:15 e le 7:30.
Metti che dopo una ventina di minuti di chiacchiere solo in parte conviviali, quella stessa persona si sieda ad un grande tavolo pronto a raccontare, per un solo minuto, non più di 60 secondi, quali sono il nocciolo e le caratteristiche peculiari, utili e vincenti della sua attività.
Metti che passi il resto del tempo, fino alle 9:00 ad ascoltare gli altri, anche loro raccontando, sintetizzando nella maniera più efficace possibile quello che fanno. E alla fine, metti che alle 9:00 inizi la sua normale giornata di lavoro … che però è cominciata tre ore prima! Che follia è mai questa?
Per uno come me che d’abitudine, nonostante l’età, ancora molto volentieri tira tardi la sera, non di rado riuscendo a produrre la maggiore e migliore parte del lavoro quando molti già dormono, nel silenzio della sera e poi della notte… per uno come me è incompressibile.
Mi occupo di comunicazione e il mio, si dice, è un lavoro creativo – ma quale lavoro non lo è? dipende da come lo si interpreta! – e forse un po’ mi piace e un po’ flirto con l’immagine dell’artista-creativo che immagina, inventa e architetta mentre il mondo riposa…
Ecco! Per uno come me, svegliarsi prima dell’alba, nei mesi invernali, con il buio, ma anche fosse alla luce della bella stagione, è semplicemente una follia.
E però lo faccio. Lo faccio da quasi quattro anni, conoscendo persone che non conoscevo, promuovendo la mia attività e prestando attenzione a quella degli altri; lo faccio ingegnandomi di trovare contatti utili per un geometra, per una notaia, per un agente di viaggio, per un’amministratrice di condomini. Loro fanno la stessa cosa per me: ci scambiamo conoscenze e clienti, promuoviamo gli uni il business degli altri. Con metodo. A che serve? Il metodo s’intende!
Un aneddoto al tempo del Covid 19, che poi per tutti, in effetti, è stato quello del 2020 … come sia! Proprio durante quest’anno, che sarà facile ricordare come indimenticabile, quella follia di cui sopra si è trasferita nel Web: stessa ora, le medesime motivazioni, gli stessi compagni di avventura… tutto in streaming. In qualche misura più comodamente: da casa, magari in tuta, senza uscire, nei mesi invernali al buio ma nel tepore domestico. Meno “empatico” ma certamente più pratico. Tanto pratico che, lo abbiamo capito tutti subito, con molto minore sforzo rispetto a prima: potevamo partecipare ad altre riunioni e conoscere altri gruppi di professionisti.
Così, un giorno, mi scrive un amico newyorkese e mi propone di partecipare alla sua riunione delle 7:00 del mattino. A New York, da casa mia, all’alba della Grande Mela, ma quando sarebbero state le mie 13:00: una figata o, come si dice in inglese: Double whammy!
Ora, direte voi: si però era in inglese! Ora, vi dirò: io però me la cavo (speriamo!), specialmente perché ho una moglie madre lingua, ma inglese, nel senso britannica! Ricordate?
You say tomato, I say tomato…
A scriverlo è la stessa cosa, ma la pronuncia? Da brava madre lingua delle isole, mia moglie inorridisce all’ascolto della versione d’oltre atlantico della lingua che fu di Shakespeare. E anche io, non inorridisco per carità, figuratevi! Già è tanto che capisco, e però, in effetti, sono abituato alla pronuncia britannica. Insomma, nel collegarmi con il mio amico e i suoi amici, quel giorno, un pizzico di preoccupazione mi rimaneva: se poi lo slang lo fosse stato troppo per me?
Dal momento in cui l’incontro è iniziato mi sono immediatamente rilassato. Era lo stesso … il metodo intendo. Succedevano le stesse cose che succedono alle mie 7:00 del mattino, con i miei amici professionisti. La sequenza era la medesima, la liturgia – se il termine non vi suona allegorico troppo – la scaletta: laddove la comprensione arrivava con un attimo di ritardo, in anticipo giocava la consapevolezza di ciò che stava per accadere.
E collegate come me c’erano anche le mie amiche Flavia e Giulia, anche loro capaci di comprendere e parlare in inglese e anche Flavia e Giulia a loro agio con qualcosa che già conoscevano, che seguivano come la trama di un film di cui sono normalmente protagoniste.
Sono, o almeno mi definiscono, un “creativo”. Svolgo una professione dove lo scarto dalla norma, molto spesso, fa la differenza. Se monti i pezzi di un meccanismo, l’originalità può essere d’impaccio, l’estro un’inutile complicazione, fino a compromettere il risultato. Nel progettare assume grande valore la procedura innovativa; nella realizzazione in serie contano le istruzioni.
Ma c’è metodo anche nella creatività, anche nell’innovazione. Lo scarto dalla norma è significativo, diventa utile proprio perché a quella norma si appoggia, da quel metodo si discosta: perché lo conosce!
Ed è rassicurante. Il metodo è un’ancora. Poi, salpi per dove credi meglio.
Chi è capace di inventare il nuovo è perché la tradizione l’ha frequentata e declinata infinite volte: può lasciarla, magari solo temporaneamente, giacché sa come tornare, invertendo la rotta, ritrovando le sicurezze del porto.
Per essere originali ci vuole fiducia nel metodo. Quelli che inventano senza fondamenta spesso si rivelano meri velleitari, qualche volta semplicemente incoscienti.
C’è del metodo, in qualsiasi follia. Anche nello svegliarsi all’alba … semmai, comunque, meglio quella di New York.
Founder, CEO & Scientific Programs’ Director at Pino Donghi Communication | Polyhedric man dedicating his Life to Culture
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Mi sveglio ogni martedì mattina alle 5.45.
Porto a spasso Nina Gigia Maria, la mia cagnolina di 6 mesi.
Prima però accendo il computer in modo che quando torno dopo colazione sia pronto per collegarmi con il mio Capitolo, BNI Bramante di Milano.
Voglio essere sempre il primo a collegarmi, mi fa sentire partecipe.
La consapevolezza di far parte del mio Capitolo mi da sicurezza e mi scatena la voglia di aiutare gli altri.
Sono stato assistant director in BNI e so cosa vuol dire aiutare tanti professionisti a prendere coraggio a presentarsi, migliorare le proprie presentazioni ed essere sempre presente per qualunque richiesta di aiuto.
Nonostante non sia più un director questo bisogno di aiutare gli altri membri del Capitolo, con la mia esperienza, continua a crescere.
Grazie BNI, mi hai dato tanto.
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